SCRITTO DA:Dr.ssa Virginia Sanchesi
QUANDO:venerdì 29 giugno 2018
TAGS:Sport, Benessere
"Lo sport è un 'farmaco' ma i medici non lo prescrivono". La Carta di Gimbe
Una buona cura, efficace ed economica, nella vita di tutti i giorni nella prevenzione e per le malattie croniche. Ma i medici non la prescrivono, anche perché spesso sono poco informati sulle evidenze scientifiche e poco sensibilizzati. L'esercizio fisico è un intervento sanitario che funziona nel trattamento di numerose patologie croniche, afferma la Fondazione Gimbe che, sul tema, propone una riflessione e indicazioni chiare.
Il movimento - ricorda la Fondazione - offre benefici simili a quelli ottenuti con i farmaci e previene numerosi malesseri del corpo e della mente.
Ma, a dispetto di robuste evidenze scientifiche, per la prevenzione e soprattutto per le malattie croniche l'esercizio fisico rimane ampiamente sottoutilizzato rispetto a interventi farmacologici o chirurgici.
"Il Position Statement Gimbe - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione - ha 3 obiettivi fondamentali:
- sintetizzare le prove di efficacia dell'esercizio fisico su esiti di salute clinicamente rilevanti per diverse patologie croniche
- riportare accuratamente effetti avversi e controindicazioni
- fornire per ciascuna condizione una guida pratica per realizzare esercizi efficaci".
Il Position Statement Gimbe ribadisce che l'esercizio deve essere personalizzato secondo aspettative e preferenze del singolo paziente. E per questo - indica la Fondazione - i medici di famiglia dovrebbero conoscerne le caratteristiche principali, accedere a descrizioni dettagliate e a risorse necessarie alla prescrizione, al fine di discuterne con i pazienti e indirizzarli al professionista appropriato. Indispensabile infine affrontare adeguatamente pregiudizi, paure e motivazioni dei pazienti, in particolare quelli meno predisposti a praticare l'esercizio fisico.
"Le sfide per garantire l'aderenza a programmi di esercizio fisico - conclude Cartabellotta - sono simili, ma molto più ardue di quelle per mantenere la compliance farmacologica. Tuttavia l'entità dei potenziali risultati per i pazienti, oltre che per il servizio sanitario, rendono tali sfide degne di essere affrontate.